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mercoledì 5 marzo 2014

Possibili Impatti della Web Tax sull'industria editoriale

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un forte incremento delle quotazioni dei titoli del comparto editoriale Italiano. Mediaset ha le migliori performance ad 1 anno rolling del MIB con un'eccezionale +167%, Cairo Communication ha realizzato una performance addirittura migliore con un +176% sullo stesso periodo temporale. Il Gruppo Editoriale l'Espresso invece ottiene le migliori performance di settore su 6 mesi rolling. RCS che ha realizzato una performance pari al 33% negli ultimi 6 mesi, nonostante abbia chiuso l'ultimo trimeste con una perdita cumulata di 175 milioni negli ultimi 9 mesi.
Come si giustificano queste quotazioni?
Oltre ad operazioni di integrazioni tra service provider e media companies di cui si mormora, la Web Tax ha creato opportunità per le grandi concessionarie di pubblicità italiane.
Benchè il testo della legge di stabilità 147/2013 sia molto farraginoso, in sostanza impedisce alle imprese domiciliate in Italia di acquistare servizi di pubblicità e link sponsorizzati on line da soggestti che non abbiano una partita IVA. Inoltre la legge sembra non limitarsi a regolare solo soggetti passivi, ma tutti i soggetti che fanno pubblicità via internet su pagine che a seguito di ricerche appaiono sul territorio Italiano. Qui di seguito riportiamo il testo della legge: "Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (servizi di search advertising), visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito internet o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti, quali editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario, titolari di partita IVA rilasciata dall'amministrazione finanziaria italiana."
Come questa legge potrebbe influenzare la struttura competitiva dell'industria editoriale? Le piccole concessionarie che sono domiciliate all'estero ma che raccolgono poche milgiaia di Euro in Italia potrebbero decidere di ritirarsi dal mercato Italiano per non incorrere in costi burocratici e contabili conseguenti all'acquisizione di una partita IVA. Questo spazio potrebbe quindi essere occupato dalle grandi concessionarie come Pubblitalia e Manzoni. L'industria potrebbe vedere una concentrazione dell'offerta aumentando il potere contrattuale delle concessionarie.
Google e Facebook potrebbero appoggiarsi a concessionarie terze Italiane in modo tale da limitare la tassazione alla sola IVA. In generale potremmo assistere nei prossimi anni ad una aconcentrazione delle concessionarie di pubblicità e in questi casi le dimensioni contano.
La Web Tax è stata ridisegnata tra il 26 ed il 27 Dicembre 2013 nella sua versione definitiva includendo solo la parte relativa agli spazi pubblicitari ed eliminando la parte relativa all'e-commerce a seguito delle critiche di illeggitimità. A questo punto ci si chiede come mai sia rimasta in piedi solo la parte relativa alla vendita dei servizi pubblicitari e se in questa decisione non abbiano pesato le influenze dei finanziatori privati dei due principali schieramenti politici: Mediaset e l'Espresso.

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