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martedì 6 maggio 2014

ULTRA' SPA

Negli ultimi due giorni ci siamo indignati per i fatti dell'Olimpico. Un capo ultras della Roma, Daniele De Santis ha sparato a tre tifosi del Napoli di cui uno quasi certamente resterà paraplegico.
Lo stesso De Santis, anni fa era stato coinvolto nell'accoltellamento allo stadio di Brescia per essere poi scagionato e risarcito con 2 milioni e 900 mila lire. Nel 2004 aveva addirittura umiliato le istituzioni calcistiche facendo interrompere una partita di pallone dopo aver diffuso la falsa notizia dell'omicidio di un bambino investito da una camionetta della Polizia.
La giornata di Sabato ha un altro protagonista: Genny 'a carogna. Gennaro di Tommaso è figlio di camorrista, indossa una maglia che chiede la liberazione di Speziale un altro ultrà che ha assassinato un poliziotto. Genny umilia il capitano del Napoli, nonché le forze dell’ordine dando di fatto il permesso per iniziare la partita.
Il tutto sotto gli occhi della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Grasso, nonchè il Primo ministro Renzi.
L'inno Nazionale fischiato e la polizia umiliata che chiede il permesso di iniziare la partita ad un camorrista, non fa altro che aumentare la sensazione di frustrazione, smarrimento e sfiducia nelle istituzioni. Come possiamo credere di essere sicuri e di poter andare allo stadio se possiamo essere sparati, accoltellati in un momento che dovrebbe essere gioioso?
La risposta di Renzi è drammaticamente insufficiente, impotente e incapace. E' la risposta di chi non ha le coordinate per capire cosa gli sta succedendo attorno. Le istituzioni sono state umiliate, i poliziotti offesi e molti italiani si sentono insicuri. La forza e la risolutezza del Premier sono racchiuse nella frase: "Le regole devono essere rispettate e valere soprattutto per le persone che non sono per bene." Ma ve lo immaginate un Obama o un Putin o una Merkel, che parlano con il linguaggio ingenuo da scuole elementari e con frasi inconcludenti da moralista dell'ultima ora?
Il governo anzicchè farsi carico della risoluzione del problema lo scarica ancora sulle Società di Calcio. Le nostre istituzioni dovrebbero sapere che il loro compito principale è la DIFESA e la SICUREZZA del proprio popolo.
Gli Ultrà sono associazioni a delinquere. Sono guidati da Camorristi ed esponenti della malavita organizzata locale. Il loro obiettivo è commettere atti di vandalici di cui i giornali devono parlare per potersene vantare al Bar il Lunedì pomeriggio.
Gli Ultrà spesso sono società economiche di stampo mafioso come quelli della Lazio che richiedono di avere l'esclusiva sulla distribuzione di biglietti e merchandising e minacciano il proprietario della Società se non ottengono quanto richiesto. Altri gruppi Ultrà sono inseriti in giri di manipolazione delle scommesse di dimensioni internazionali.
Gli Ultrà sono delinquenti riuniti sotto una bandiera che cercano lo scontro e la rissa con mazze pugnali e pistole con altri delinquenti riuniti sotto altre bandiere. Gli Ultrà sono tutti amici quando si tratta di accoltellare un poliziotto o mostrare l'arroganza del loro potere nei confronti di una Società Sportiva.
Lo Stato non può essere debole. La Daspo a vita proposta da Alfano equivale a rispondere a un lancio di frecce contro carri armati.
Il fenomeno Ultrà è un fenomeno di delinquenza organizzata e diffusa.
I club non possono essere lasciati da soli ad affrontare un tale fenomeno. I questori non possono rimanere impotenti e semplicemente impedire la trasferta ai tifosi o multare le società sportive. E' necessaria una legge ad hoc ed un'organizzazione sul modello dell'Antimafia, con procedure veloci e sommarie e aggravi di pena.
Questa sarebbe la risposta di uno Stato forte.
Renzi dice che non bisogna fare leggi sull'onda dell'emotività, ma si sbaglia di grosso. La paura è l'emozione più antica. Oggi non ci sentiamo sicuri allo Stadio, nè la Domenica alla Stazione. Alcune società non possono investire e sono costrette a cedere ai ricatti degli arroganti Ultrà, non tutti sono eroi come Lotito. La paura non è immotivata. Ci vuole una repressione del fenomeno senza Se e senza Ma.

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