Negli ultimi due
giorni ci siamo indignati per i fatti dell'Olimpico. Un capo ultras della Roma,
Daniele De Santis ha sparato a tre tifosi del Napoli di cui uno quasi certamente resterà
paraplegico.
Lo stesso De Santis, anni fa
era stato coinvolto nell'accoltellamento allo stadio di Brescia per
essere poi scagionato e risarcito con 2 milioni e 900 mila lire. Nel 2004 aveva
addirittura umiliato le istituzioni calcistiche facendo interrompere una
partita di pallone dopo aver diffuso la falsa notizia dell'omicidio di un
bambino investito da una camionetta della Polizia.
La giornata di
Sabato ha un altro protagonista: Genny 'a carogna. Gennaro di Tommaso è figlio
di camorrista, indossa una maglia che chiede la liberazione di Speziale un
altro ultrà che ha assassinato un poliziotto. Genny umilia il capitano del
Napoli, nonché le forze dell’ordine dando di fatto il permesso per iniziare la
partita.
Il tutto sotto gli
occhi della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Grasso, nonchè
il Primo ministro Renzi.
L'inno Nazionale fischiato e la polizia umiliata che chiede il permesso di iniziare la partita
ad un camorrista, non fa altro che aumentare la sensazione di frustrazione, smarrimento e sfiducia nelle istituzioni. Come possiamo credere di essere sicuri e di poter
andare allo stadio se possiamo essere sparati, accoltellati in un momento che
dovrebbe essere gioioso?
La risposta di Renzi
è drammaticamente insufficiente, impotente e incapace. E' la risposta di chi
non ha le coordinate per capire cosa gli sta succedendo attorno. Le
istituzioni sono state umiliate, i poliziotti offesi e molti italiani si
sentono insicuri. La forza e la risolutezza del Premier sono racchiuse nella frase:
"Le regole devono essere rispettate e valere soprattutto per le persone
che non sono per bene." Ma ve lo immaginate un Obama o un Putin o una
Merkel, che parlano con il linguaggio ingenuo da scuole elementari e con frasi inconcludenti
da moralista dell'ultima ora?
Il governo anzicchè
farsi carico della risoluzione del problema lo scarica ancora sulle Società di
Calcio. Le nostre istituzioni dovrebbero sapere che il loro compito principale è la
DIFESA e la SICUREZZA del proprio popolo.
Gli Ultrà sono
associazioni a delinquere. Sono guidati da Camorristi ed esponenti della
malavita organizzata locale. Il loro obiettivo è commettere atti di vandalici
di cui i giornali devono parlare per potersene vantare al Bar il Lunedì
pomeriggio.
Gli Ultrà spesso
sono società economiche di stampo mafioso come quelli della Lazio che richiedono
di avere l'esclusiva sulla distribuzione di biglietti e merchandising e
minacciano il proprietario della Società se non ottengono quanto richiesto.
Altri gruppi Ultrà sono inseriti in giri di manipolazione delle scommesse di
dimensioni internazionali.
Gli Ultrà sono
delinquenti riuniti sotto una bandiera che cercano lo scontro e la rissa con
mazze pugnali e pistole con altri delinquenti riuniti sotto altre bandiere. Gli
Ultrà sono tutti amici quando si tratta di accoltellare un poliziotto o
mostrare l'arroganza del loro potere nei confronti di una Società Sportiva.
Lo Stato non può
essere debole. La Daspo a vita proposta da Alfano equivale a rispondere a un
lancio di frecce contro carri armati.
Il fenomeno Ultrà è
un fenomeno di delinquenza organizzata e diffusa.
I club non possono
essere lasciati da soli ad affrontare un tale fenomeno. I questori non possono
rimanere impotenti e semplicemente impedire la trasferta ai tifosi o multare le
società sportive. E' necessaria una legge ad hoc ed un'organizzazione sul
modello dell'Antimafia, con procedure veloci e sommarie e aggravi di pena.
Questa sarebbe la
risposta di uno Stato forte.
Renzi dice che non
bisogna fare leggi sull'onda dell'emotività, ma si sbaglia di grosso. La paura
è l'emozione più antica. Oggi non ci sentiamo sicuri allo Stadio, nè la Domenica
alla Stazione. Alcune società non possono investire e sono costrette a cedere
ai ricatti degli arroganti Ultrà, non tutti sono eroi come Lotito. La paura non
è immotivata. Ci vuole una repressione del fenomeno senza Se e senza Ma.
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